Dazi Usa -Verona. Quale impatto per l’economia scaligera
Nell'anno in cui il rallentamento dell'economia tedesca ha manifestato le proprie ricadute sulla domanda di beni e servizi Made in Italy, e quindi Made in Verona, il mercato statunitense si è rivelato più recettivo, confermandosi uno sbocco privilegiato per le merci scaligere. Nel 2024 le esportazioni veronesi verso gli USA hanno raggiunto quota 858 milioni di euro, mostrando un trend in crescita negli ultimi 30 anni. Con questi numeri, nel 2024 gli Stati Uniti sono il 3° Paese di destinazione dei prodotti veronesi e guadagnano una posizione rispetto al 2023 rubando la scena alla Spagna che diventa così 4 a : a dimostrazione del peso che la destinazione a stelle e strisce ha sull'economia locale e su quanto possono far male i dazi che il presidente Donald Trump si accinge a porre. Anche se, come si approfondirà nel resto del documento, ci sono territori potenzialmente più esposti. I primi dazi annunciati anche per l’Ue, al 25%, riguardano l'import di alcuni prodotti in acciaio e alluminio. Il ripristino delle tariffe su questi materiali, originariamente imposte nel 2018, prevede l'inclusione, oltre ad acciai finiti e semilavorati, di alcuni prodotti derivati. Secondo una stima della CCIAA di Verona, questa sovrattassa interesserebbe anche la metalmeccanica provinciale, che nel 2024 ha venduto negli Usa prodotti per 334 milioni di euro. Oltre a queste misure, se, come previsto in uno studio dell’Ocse, la media della tassa sulle merci importate dovesse essere del 10%, il sistema Verona cederebbe 90 milioni di euro circa; se invece arrivasse al 20% le aziende scaligere rischierebbero di vedere bruciare 180 milioni. I settori che ne risentirebbero maggiormente sarebbero i macchinari, il vino, e il marmo